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Google ha di recente rilasciato il suo nuovo update Penguin che pare abbia fatto più vittime del Panda. Uno tzunami che si è abbattuto su siti autorevoli e non con drop a volte molto significativi e tali da incidere profondamente sul business. Siti web che prima traevano beneficio dal proprio traffico sono improvvisamente crollati lasciando il posto a perfetti sconosciuti. E' forse arrivato il tempo di rivedere profondamente le tecniche che fino ad ora hanno contraddistinto il lavoro dei seo, esperti in tecniche di posizionamento sui motori di ricerca di tutto il mondo.

Il patrimonio di Facebook è notevole, con il suo miliardo di utenti vanta un archivio di oltre 240 miliardi di file immagine e mille miliardi di interconnessioni tra utenti. Un insieme di argomenti e preferenze condivisi da una marea di utenti. Una ricchezza che Google sta cercando comunque di guadagnarsi. In questa immensa distesa di interconnessioni la Graph Search intenderà raccogliere i risultati da restituire agli utenti. Una questione che pone nuovamente in primo piano il problema della privacy. Una questione che Zuckerberg dichiara di voler risolvere contemplando solo ciò che è volutamente condiviso dagli utenti. Una ricerca, dunque, dal volto nuovo. Non più una semplice esplorazione del web ma una vera e propria indagine tra le connessioni della rete sociale. Una ricerca sul motore di Facebook potrebbe dunque restituire un insieme di immagini secondo l'estensione social degli utenti. Un motore, dunque, meno formale e più vicino alle reali esigenze degli utenti. Nel nuovo motore di Facebook, in definitiva, si cercherà non più “ristoranti a Roma”, per esempio, ma”che ristoranti frequentano i miei amici di Roma?”. E invece dei ristornati possiamo immaginare tantissime altre chiavi di ricerca.

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